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Giorgia Severi

Nata nel 1984 a Ravenna, dove si forma all’Accademia, vive e lavora a Cesena. La sua ricerca opera sulla distanza tra la natura e l’uomo: nostalgia e desiderio le spinte che quindi sottendono la relazione tra questi due poli dialettici. La fragilità della prima, cui fa contrappunto la sua costante spinta al cambiamento da cui bellezza e poesia, trova albergo nelle installazioni dell’artista, che si avvale delle materie più diverse, dall’organico al sintetico, mentre all’uomo è indirizzato l’invito, non taciuto, a recuperare il suo sopito senso di appartenenza alla natura. Tra le mostre, L’uomo non è una felce, a cura di Gianluca D’Incà Levis (Dolomiti Contemporanee: Taibon, Belluno: 2012), From the sea through the city to the country, a cura di Giovanna Sarti (Kreuzberg Pavillon: Berlino, 2012), O(Ax) = dO(Am) Equazione Impossibile, a cura di Daniele Torcellini (Mar – Museo d’Arte di Ravenna: 2011).

Giorgia Severi

Nata nel 1984 a Ravenna, dove si forma all’Accademia, vive e lavora a Cesena. La sua ricerca opera sulla distanza tra la natura e l’uomo: nostalgia e desiderio le spinte che quindi sottendono la relazione tra questi due poli dialettici. La fragilità della prima, cui fa contrappunto la sua costante spinta al cambiamento da cui bellezza e poesia, trova albergo nelle installazioni dell’artista, che si avvale delle materie più diverse, dall’organico al sintetico, mentre all’uomo è indirizzato l’invito, non taciuto, a recuperare il suo sopito senso di appartenenza alla natura. Tra le mostre, L’uomo non è una felce, a cura di Gianluca D’Incà Levis (Dolomiti Contemporanee: Taibon, Belluno: 2012), From the sea through the city to the country, a cura di Giovanna Sarti (Kreuzberg Pavillon: Berlino, 2012), O(Ax) = dO(Am) Equazione Impossibile, a cura di Daniele Torcellini (Mar – Museo d’Arte di Ravenna: 2011).

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