Ex



Sabine Delafon

Vive e lavora a Milano spaziando dalla fotografia alla scrittura, dalla performance a lavori collettivi per indagare l’identità, l’amore e la spiritualità attraverso la quantità intesa come ripetizione nel tempo. Tra i suoi progetti, la “Sabine Delafon Corporation” che parte con “Ex”, progetto biografico/fotografico iniziato nel 1987, che a oggi comprende 2.000 fototessere. Con “I’m looking for myself”, inizia la ricerca del suo sosia. Nel 2006 inizia il ciclo “Sabine Delafon t-shirt”. L’artista invita donne, e successivamente uomini e bambini, a indossare t-shirt con stampato il nome SABINE DELAFON per poi farsi ritrarre fotograficamente. Già dal 2002, con “Questionari”, l’artista indaga l’influenza del nome sulla vita di una persona. Ricordiamo anche l’opera “Alléluia” (2008): l’affissione di 1000 manifesti mortuari di Sabine Delafon sui muri di Milano, Torino, Roma e Napoli per festeggiare il decimo anno di attività artistica: 1998-2008. Un percorso metaforico che lega l’inizio della “scomparsa” fisica dell’artista per approdare alla “Sabine Delafon Corporation”. Da allora, il lavoro “The End” (2010) dove Sabine fa firmare ad altri artisti il suo biglietto da visita e “Ho Fame” (2014).
Ha esposto in numerose mostre, personali e collettive, tra cui ricordiamo quelle al Glass Museum di Cracovia (2014), all’Elysée Museum a cura di C. Chéroux (Losanna, 2012), presso Mediamatic (Amsterdam, 2009) e alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Guarene d’Alba, 2009).

Sabine Delafon

Vive e lavora a Milano spaziando dalla fotografia alla scrittura, dalla performance a lavori collettivi per indagare l’identità, l’amore e la spiritualità attraverso la quantità intesa come ripetizione nel tempo. Tra i suoi progetti, la “Sabine Delafon Corporation” che parte con “Ex”, progetto biografico/fotografico iniziato nel 1987, che a oggi comprende 2.000 fototessere. Con “I’m looking for myself”, inizia la ricerca del suo sosia. Nel 2006 inizia il ciclo “Sabine Delafon t-shirt”. L’artista invita donne, e successivamente uomini e bambini, a indossare t-shirt con stampato il nome SABINE DELAFON per poi farsi ritrarre fotograficamente. Già dal 2002, con “Questionari”, l’artista indaga l’influenza del nome sulla vita di una persona. Ricordiamo anche l’opera “Alléluia” (2008): l’affissione di 1000 manifesti mortuari di Sabine Delafon sui muri di Milano, Torino, Roma e Napoli per festeggiare il decimo anno di attività artistica: 1998-2008. Un percorso metaforico che lega l’inizio della “scomparsa” fisica dell’artista per approdare alla “Sabine Delafon Corporation”. Da allora, il lavoro “The End” (2010) dove Sabine fa firmare ad altri artisti il suo biglietto da visita e “Ho Fame” (2014).
Ha esposto in numerose mostre, personali e collettive, tra cui ricordiamo quelle al Glass Museum di Cracovia (2014), all’Elysée Museum a cura di C. Chéroux (Losanna, 2012), presso Mediamatic (Amsterdam, 2009) e alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Guarene d’Alba, 2009).