Studio sinfonico n.1



Daniele Giunta

È nato nel 1981 ad Arona, vive e lavora a Milano. Diplomato all’Accademia di Brera ha partecipato a numerose collettive e personali, tra cui il Museo d’Arte Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti, il Castello di Jerago di Varese, il Palazzo Ducale di Genova, il Palazzo della Permanente di Milano, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di San Marino, il Palazzo Foscolo di Oderzo, la Casa del Pane di Milano, il Palazzo d’Avalos di Vasto e la Rocca Sforzesca di Soncino. Le sue opere – pitture, piccoli disegni e sculture lignee – sono composizioni sonore e azioni live, sezioni che dialogano in maniera osmotica come elementi corali di un unico viaggio all’interno dell’Infinito, esplorazione negli estremi della percezione, nei minimi attimi in cui dal nulla si genera il tutto, scomposizione di assoluti. Luce, stelle, ghiacci, cenere, cosmologie minime in continua metamorfosi a formare una mistica geografia interiore. I colori irreali, tra cui si dipanano poi sprazzi di luminosità simili ad aurore boreali, costituiscono scenari fiabeschi animati da spettri e creature invisibili.

Daniele Giunta

È nato nel 1981 ad Arona, vive e lavora a Milano. Diplomato all’Accademia di Brera ha partecipato a numerose collettive e personali, tra cui il Museo d’Arte Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti, il Castello di Jerago di Varese, il Palazzo Ducale di Genova, il Palazzo della Permanente di Milano, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di San Marino, il Palazzo Foscolo di Oderzo, la Casa del Pane di Milano, il Palazzo d’Avalos di Vasto e la Rocca Sforzesca di Soncino. Le sue opere – pitture, piccoli disegni e sculture lignee – sono composizioni sonore e azioni live, sezioni che dialogano in maniera osmotica come elementi corali di un unico viaggio all’interno dell’Infinito, esplorazione negli estremi della percezione, nei minimi attimi in cui dal nulla si genera il tutto, scomposizione di assoluti. Luce, stelle, ghiacci, cenere, cosmologie minime in continua metamorfosi a formare una mistica geografia interiore. I colori irreali, tra cui si dipanano poi sprazzi di luminosità simili ad aurore boreali, costituiscono scenari fiabeschi animati da spettri e creature invisibili.

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